IL PARADOSSO DELLA QUERCETINA

IL PARADOSSO DELLA QUERCETINA

La quercetina, come la maggior parte dei flavonoidi presenti natura, è scarsamente assorbita a livello intestinale, e questo la rende quindi una molecola in gran parte espulsa tramite le feci. D’altro canto, però, quercetina ha mostrato, soprattutto in studi su animale, di avere vari e importanti effetti tra cui quello antiossidante. Questo viene definito “paradosso dei flavonoidi”: scarsamente assorbiti, ma con un effetto tangibile.

Com’è possibile tutto questo? Se a livello sanguigno troviamo una minima traccia di quercetina, com’è possibile che questa possa avere efficacia?

PARADOSSO RISOLTO

La risposta sta più che altro nella chimica e nella fisiologia, in quanto entrano in gioco sostituenti molecolari ma anche enzimi naturalmente presenti a livello del nostro organismo.

Partiamo prima di tutto dalla componente più chimica della questione. Quando la quercetina è assunta per via orale, questa arriva a livello intestinale in forma glicoside, quindi associata al glucosio, e viene assorbita finendo nel circolo sanguigno. Qui, viene ritrovata in forma glucuronica o in forma solfato. Per questi motivi, la quercetina, così come molti altri flavonoidi, non si trovano in forma libera a livello del sangue. Questo ne impedisce una valutazione accurata della sua presenza.

La parte enzimatica invece è legata strettamente a quella chimica e riesce a risolvere questo apparente paradosso. Infatti, il nostro organismo presenta degli enzimi specifici che sono stati scoperti essere in grado di convertire la quercetina nella sua forma agliconica (ossia non legata a nessun altro sostituente, quindi nella forma libera) a livello dei tessuti dove questa viene recepita. L’enzima in questione è chiamato β-glucosidasi e ha proprio la funzione di dividere la quercetina dall’acido glucuronico, rendendola libera di agire a livello dei tessuti bersaglio. Questo enzima è quindi in grado di “sbloccare” la quercetina intrappolata.

Questa quindi è la spiegazione fornita al cosiddetto “paradosso della quercetina”, come spiegata nell’interessante articolo “The flavonoid paradox: conjugation and deconjugation as jey steps for the biological activity of flavonoids” del 2012.